Lo scalogno di Romagna IGP si distingue da tutti gli altri prodotti della stessa categoria per peculiarità superiori in colore, profumo, sapore, aromaticità e finezza.
Lo scalogno di Romagna IGP è di colore viola con sfumature bianche. All'esterno si presenta avvolto da una pellicola di diverso colore, dal ramato al rossastro. Il sapore è decisamente più forte e profumato di quello della cipolla, ma più dolce dell’aglio.
Lo scalogno di Romagna IGP è un ortaggio il cui nome si pensa abbia origine da Ascalon (Ascalone, Castello di Giudea), città dell’antica Palestina. La sua coltivazione è nota da almeno 3000 anni ed era già in uso presso i popoli romani. Secondo altri invece, lo scalogno sarebbe stato portato in Europa dai popoli che migrarono dal Medio Oriente, tra cui le popolazioni celtiche. Lo scalogno è quindi protagonista di una storia plurimillenaria, contadina e rurale.
Lo scalogno di Romagna IGP si coltiva sempre sullo stesso terreno ma a distanza di almeno 5 anni. L'alternanza è permessa solo con frumento, orzo, radicchio, insalate e carote. Gli impianti vengono realizzati a novembre e dicembre; e si arriva alla raccolta nei mesi di giugno e luglio. Non è permessa una quantità maggiore di 60 quintali di prodotto per ettaro. Il prodotto secco viene conservato in capannoni, sotto tettoie o altri locali ben ventilati per alcune settimane.
Lo scalogno di Romagna IGP si conserva in luoghi freschi e ben areati. Lo scalogno è estremamente versatile. Lo si trova utilizzato in soffritti per sughi e salse ma anche per insaporire brasati e bolliti. Ottima anche nelle insalate, data la delicatezza del suo sapore.